L'angolo di Emilio Vittozzi - InterClubCasoria

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L'angolo di Emilio Vittozzi

DI NUOVO INSIEME, CON INTELLIGENZA…

Riuscitissima e significativa l’iniziativa Cultural-Sportiva, curata dal Coordinamento Campano Interclub, per la presentazione del libro “In presa alta” di Jacopo Dalla Palma con la partecipazione di Ivano Bordon, protagonista del testo; un volume piacevole, corposo, redatto davvero con  maestria giornalistica.
Sabato 10 ottobre, ben 13 Inter Club hanno accolto l’invito della coordinatrice Adriana De Leva,  riempiendo una sala dell’Edificio Martin Luther King a Vallesaccarda (Av): con Pasquale Morra, perfetto “Padrone di Casa”, e l’Inter Club locale c’erano rappresentanti e delegazioni di Ariano Irpino, Benevento, Casoria, Grottaminarda, Isola d’Ischia, Montecalvo Irpino, Montella, Napoli, Piedimonte Matese, Pietradefusi, Portici, Solofra.
Domenica 11 ottobre, sono stati 11 gli Inter Club che hanno riempito una sala del “Ristorante la Doga” di Postiglione: con Enrico Montera, Presidente dell’Inter Club locale, rappresentanti e delegazioni di “Battipaglia Nerazzurra”, Casoria, Isola d’Ischia, Mercato San Severino, Napoli, Ottaviano, Pontecagnano, Portici, Torre del Greco, Tusciano.
A coordinare le presentazioni del libro in entrambe le giornate Emilio Vittozzi che ha posto domande di varia natura e letto indicativi brani di Rino Icardi e Giacomo Santini, Raffaele Procacci ed Eduardo Galeano. Diversi gli interventi a supporto.
Si ringraziano i soci dell’IC Vallesaccarda,  Giuseppe Cioria e Antonio Tranfaglia, per  l’offerta graditissima, in aggiunta al menu, di  caciocavallo il primo e di olio FAM il secondo, durante  la sontuosa cena  presso il “Ristorante Oasis”. Subito dopo, da Vallesaccarda, lo Staff del Coordinamento insieme agli ospiti, si è trasferito a Postiglione (Sa).
La manifestazione della domenica, curata dal locale Interclub,  si è conclusa con un pranzo presso il già citato “Ristorante la Doga”, in un’atmosfera allegra, spensierata e con il taglio della torta nel finale con tanto di foto-ricordo con Ivano Bordon.
Simpaticissimo il lancio di palloncini nerazzurri nel cielo di Postiglione da parte di grandi e piccini per la gioia di tanti amici fotografi.
In definitiva, una manifestazione riuscitissima sotto tutti i punti di vista, sottolineando che era la prima iniziativa regionale dopo il lockdown: forse qualche club è stato frenato dalla paura del contagio ma tutti, sempre e comunque, sono stati con la mascherina al viso e con il distanziamento sociale previsto dal protocollo anti-Covid 19! E, certamente, chi non c’era ha perso il godimento di un incontro fra Amici Interisti con un grande giocatore nerazzurro del passato come Ivano Bordon, rivelatosi Uomo e non divo, colto, serio, disponibile, arguto…
                                     
EMILIO VITTOZZI
DA 10 ANNI INSIEME PER L’INTER…

La location prescelta era l’accogliente ed attrezzato Te.Re Club di Via Palermo ad Arzano.
Verso le 20 di Venerdì 25 settembre già giungevano i primi invitati che avevano raccolto l’invito del Presidente Antonio Tesoro.
La Festa aveva un duplice significato: i 10 anni dell’Inter Club Arzano “Javier Zanetti” e la “Prima volta insieme” dopo il lockdown…
E Festa è stata: allegra, sobria, coinvolgente, gastronomica.
Attorno all’attivo Presidente Tesoro i Consiglieri del suo club; in sala i rappresentanti e le delegazioni dell’Inter Club Napoli “dal Vesuvio con Amore”, Portici “22 Maggio”, Casoria “Raffaele Cristiano”, Torre del Greco, Acerra, Capodrise, Benevento, “Nola Nerazzurra”, con Adriana de Leva in primis.
A far da “Cerimoniere ufficiale” il Presidente Tesoro aveva chiamato il “fine dicitore” (termine adoperato dalla Coordinatrice Regionale) Emilio Vittozzi che, da par suo, ha subito “galvanizzato” la platea con riferimenti storici, paragoni calcistici e note sul club festeggiato.
Vittozzi ha anche citato il padre di Antonio Tesoro, Luigi, di 75 anni, presente in sala, come era presente sugli spalti del “Prater Stadium” di Vienna nella finale di Coppa dei Campioni del 27 maggio 1964…
Non è mancato, ovviamente, il momento delle premiazioni: Adriana, con Lello Capuano e Nunzio Paone, ha donato dei cadeau ad Antonio Tesoro e all’intero Consiglio Direttivo più un’artistica targa celebrativa. Anche gli Inter Club presenti, con Ottaviano “Massimo Moratti”, Baronia “Lothar Mattheus”, “Cava Nerazzurra” e Pesco Sannita, hanno omaggiato il Presidente e il Consiglio Direttivo.
L’Inter Club Torre del Greco, invece, ha donato un’artistica conchiglia, finemente lavorata con incisione di precisione, frutto della sapienza dei corallari torresi.
L’Inter Club Portici “22 Maggio”, infine, un quaderno con gli auguri di Emilio, riportati, fra l’altro, dal Mensile “La Voce di Arzano” e la firma di ogni presente in sala; ai figli del Presidente, invece, una copia di “Dio ci ha creato gratis – Il Vangelo secondo i bambini di Arzano” di Marcello D’Orta del 1992.
Enzo Ascione, dell’Inter Club Portici “22 Maggio”, ha sbaragliato tutti al simpatico “Inter Quiz”, organizzato dallo Staff del Te.Re Club, svoltosi in una bella atmosfera di ricordi (nerazzurri) che ha coinvolto tutti, vincendo una bottiglia di spumante freddo, ovviamente bevuto da molti…
Il menù prevedeva ben due antipasti, due primi piatti, un secondo, macedonia di frutta fresca, pasticceria mignon, la torta-ricordo, il tutto annaffiato da Falanghina, Coca-cola, acqua minerale a volontà.
Belli i ricordi di don Luigi Tesoro, significativo il discorso di Adriana, scoppiettanti gli interventi di Emilio per una serata importante sia per il raggiungimento del 10° Compleanno di un club, sia per la grande voglia di ritrovarsi a parlare, a discutere, a ridere della Beneamata e dei club; sensazioni sorte anche durante la proiezione del video celebrativo con tanto di “Pazza Inter”, “C’è solo l’Inter”, “Cuore Nerazzurro”, “Urlando contro il cielo”…
                                     
EMILIO VITTOZZI
“CUORI NERAZZURRI” (ANCHE) AD ARZANO…

Venerdì 4 settembre (Festa di Santa Rosalia), alle ore 10.30 circa, Antonio Tesoro, Presidente dell’Inter Club Arzano “Javier Zanetti”, mi ricorda che il suo sodalizio è sorto l’11 settembre 2010 e che, quindi, prossimamente, compirà 10 anni…
Dunque, l’11 settembre non è solo una data infausta, terribile, indimenticabile per l’azione criminale di 19 attentatori legati ad Al Qaida che, nel 2001, provocarono, negli Stati Uniti d’America, la morte di 2.977 persone e il ferimento di oltre 6.000…
L’11 settembre è la data di nascita dell’Inter Club Arzano “Javier Zanetti”, da sempre affiliato al Coordinamento Campano retto da Adriana de Leva.
Arzano è un Comune della Campania con oltre 30.000 abitanti, importante centro industriale soprannominato, negli anni ‘60, la “Brianza del Sud”.
Il già citato Antonio Tesoro è il Presidente e il suo DNA è, indiscutibilmente, nerazzurro: è, infatti, figlio di un “aficionado nerazzurro” che può raccontare di essere stato al “Prater Stadium” di Vienna nella finale di Coppa dei Campioni del 27 maggio 1964!
Il Signor Luigi Tesoro ha 75 anni e, sicuramente, ricorderà che in porta Sarti; Burgnich e Facchetti a presidiar le fasce difensive;
Bedin, non solo ossigeno e garretti;
Guarneri e Picchi, sempre sul chi vive; Jair, razzente al pari d’un furetto, a scatenar i guizzi di Mazzola: poi Domenghini e, quindi, “l’architetto” Suarez; chiude Corso, genio e spola.
Nessun maestro, a scuola, la insegnava, ma tutti l’avevamo sulla bocca. Dopo Carosio ognuno declamava, come rapito, quella filastrocca.
(Raffaele Procacci – “Con i colori del cielo e della notte”)
Un club, quello presieduto da Antonio Tesoro, che è un miscuglio di seniores, juniores e… “quota rosa”, fondato sull’entusiasmo scatenato, in tutto il mondo, dall’Inter di Josè Mourinho: con tutti si è cercato di essere in buoni rapporti ma, è innegabile, che con alcuni c’è un feeling più particolare, come con l’Inter Club Napoli “dal Vesuvio con Amore”, Portici “22 Maggio”, Casoria “Raffaele Cristiano”, Torre del Greco, Baronia “Lothar Mattheus”, Ottaviano “Massimo Moratti", Acerra, Capodrise, Benevento, Pesco Sannita, Piedimonte Matese “Niki Paterno” (che squadrone!).
Era il 2010, un anno veramente indimenticabile per ogni tifoso nerazzurro; i ricordi, quindi, sono “magici” così che quando un club festeggia un compleanno, dieci anni dopo, i ricordi che affollano la memoria sono tanti, tantissimi, soprattutto in chi quel club l’ha prima pensato nella mente, poi l’ha fondato, infine l’ha fatto “crescere” in un cammino (quotidiano) fatto di piccoli passi.
Nel frattempo, purtroppo, tante altre realtà associative sono sorte e scioltesi, come neve al sole, nonostante proclami altosonanti ed atteggiamenti boriosi…
Ma è vero che tifare Inter è quasi un atto masochistico, se è vero che la Beneamata è, per antonomasia, definita “pazza”.
Quale squadra al mondo è capace di fornire prestazioni scialbe, anonime, irritanti e subito poi gare con rimonte incredibili, palpitanti, indimenticabili?
Quale compagine al mondo è capace di schierare giocatori come Gresko, Caio, Sforza, Vampeta, Gilberto, Lambert, Conceicaio, Vivas, Rivas, Brechet, Lamouchi (per citarne solo 11…) e campioni come Mazzola, Facchetti, Zanetti, Cambiasso, Oriali, Milito, Zenga, Julio Cesar, Mattheus, Lukaku, Sneijder?
Quale squadra ha nel suo palmares 18 scudetti, 7 Coppe Italia, 5 Supercoppe di Lega, 3 Champions League, 3 Coppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Mondiale per Club, nessuna retrocessione?
Quale formazione ha tifosi in tutto il mondo come l’Inter?
Inter: cinque lettere, tre consonanti, due vocali.
Una parola che, urlata al cielo, si trasforma in un grido di gioia, di vittoria.
Un amore che non conosce limiti di tempo e di spazio.
Un amore che coinvolge ogni centimetro del tuo corpo perché “è ‘na passione cchiù forte ‘e ‘na catena”…
Ma cos’è il tifo?
Una malattia che non ti costringe a stare in un letto ma quella che vivi ogni volta che la tua squadra gioca; è una malattia che ti fa emozionare, piangere, ridere, esultare…
Una malattia che ti fa vivere.
Tifare ti fa sentire partecipe.
Tifare è vivere per la tua squadra.
Tifare è avere il mal di stomaco prima dell’inizio della partita, durante ed anche dopo (se le cose non sono andate bene…)
Tifare è stare col fiato sospeso…
Tifare è avere, per questo, tanti amici.
Parafrasando Ron, artista di Fede Interista, potremmo affermare che “in questo tempo dove tutto passa, dove tutto cambia, noi siamo ancora qua”…
Con il pallone in testa ma non con la testa nel pallone…
                                     
EMILIO VITTOZZI
60 ANNI E NON SENTIRLI?...

Compiere e celebrare 60 anni di "Vita Associazionistica" non è da tutti...
Di questo periodo, io (come Adriana de Leva e Lello Capuano) ne ho vissuti 45, quindi credo di essere "qualificato" per scriverne.
"E' cambiato tutto..." afferma, come refrain, il comico Interista (Andrea) Pucci ed è vero: è cambiato anche l'Associazionismo Nerazzurro che va sotto il nome di Centro Coordinamento Inter Club, sorto per la tutela, la difesa e la custodia dei Valori Sportivi dell'Inter Football Club Milano.
Un organismo nato per raggruppare tutti i tifosi Nerazzurri del mondo intero voluto dal Presidente Angelo Moratti.
A titolo di cronaca, il primo Inter Club fu "I Moschettieri" di Maurizio Migliori.
Inutile sottolineare che i trionfi Euro-Mondiali contribuirono, e non poco, a far lievitare sempre più le affiliazioni portando la bandiera nerazzurra a sventolare in ogni angolo della Penisola, in Europa, nel mondo intero.
La campagna di tesseramento per la stagione 2020/2021, a parte il "Corona virus" (o Covid 19, come dir si voglia), celebra il Sessantesimo Anniversario dalla fondazione del Centro Coordinamento: dal lontano 1960 l'Associazione unisce tanti tifosi Nerazzurri di tutto il mondo e permette loro di condividere la passione per l'Inter, sentendosi parte di questa grande Famiglia.
Ma c'è molta differenza fra gli Inter Club degli Anni 70/80/90 e quelli di oggi: è cambiato il Calcio, è cambiata l'informazione, son cambiati i club...
Molto spesso prevale una visione "localistica", assolutamente nè regionale, nè nazionale, per niente coinvolgente all'esterno del proprio circondario!
Allora cosa significa affiliarsi al Coordinamento Inter Club della Campania?
Che vuol dire?
Sono state scritte pagine e pagine di iniziative sportive, sociali, culturali, spirituali, ricreative, gastronomiche degne di menzione, degne di lode: raduni juniores, mostre di collezionismo Nerazzurro, serate pro (e mai contro!) coloro che sono ai margini della società comunque si chiamino, "adozioni a distanza", donazioni di sangue, raccolti di soldi e di indumenti, ecc. ecc....
Mi vengono in mente tante risate, tante situazioni, tanti avvenimenti, con un unico filo-conduttore: l'Amicizia, a tinte Nerazzurre, che sfocia nella Socialità ed, infine, nella Solidarietà...
Mi vengono in mente i Raduni Juniores svoltisi a Cava dei Tirreni, Ottaviano, Capua, Atripalda, Montesarchio, Bellizzi, Casoria, Piedimonte Matese, Montella...
Mi vengono in mente tanti luoghi che ho conosciuto tramite l'Inter Club come Calvi Risorta, Massa della Lucania, Sala Consilina, Solofra, Apice, Cerreto Sannita, Pannarano, Manocalzati...
Per me l'Inter è la mia infanzia, il mio presente e, se il Signore vorrà, il mio futuro: certo, una volta c'era Sandro Mazzola, il mio mito, ed ora c'è Romelu Lukaku, passando per Bedin, Bertini, Oriali (mia figlia si chiama Gabriella in suo onore!), Marini, Cambiasso (perchè la Classe Operaio va in Paradiso...)...
Credo che, alla Vigilia della finale con il Siviglia, si debba ri-partire dalla Festa del 40° dell'Inter Club Torre del Greco, dalla Festa del 40° dell'Inter Club Torre Annunziata, dalla Festa del 10° dell'Inter Club Portici "22 Maggio", dalla riunione regionale con Adriana de Leva, Lello Capuano, Nunzio Paone ed Imma di Meglio, tutte rinviate a causa della pandemia planetaria.
Sforzandoci, tutti, nessuno escluso, ad essere sempre più una "Famiglia Nerazzurra", assolutamente non dei "parenti serpenti"!
                                     
EMILIO VITTOZZI
SALVATORE CRISTIANO 16 agosto 2018 - 16 agosto 2020

Indimenticabile Salvatore,
il 18 luglio 1942 nacque a Treviglio Giacinto Facchetti: ora, in piena estate 2020, avrebbe compiuto 78 anni se non se ne fosse andato via il 4 settembre 2006...
Per ricordarLo, sulla mia pagina di Facebook, ho postato il video che realizzammo insieme in occasione del 10° anniversario della sua morte: solo che, oltre a ricordare il grande Cipe, ora ricordo anche Te...
Chissà quante iniziative sportive, sociali, spirituali, culturali, ricreative avremmo potuto ancora organizzare io, Tu, Angelo, Gaetano, Michele, Nunzio, Giovanni, Gennaro, Salvatore...
Chissà quanti altri video avremmo realizzato oltre a quello dedicato a Giacinto Facchetti; forse uno dedicato ad Ivano Bordon, all'Avvocato Peppino Prisco ed anche, perchè no?, a Mariolino Corso...
Chissà come avresti vissuto l'epidemia del Corona-virus: forse come me, telefonando ad Amici, parenti e conoscenti solo per dire "Ciao, come stai?"...
Chissà cosa avresti detto della seconda maglia della squadra realizzata da "studiosi del marketing", totalmente all'oscuro della Storia dell'Inter: per me, inguardabile, insopportabile, irrispettosa per i colori neri ed azzurri della Beneamata...
Chissà perchè il destino, il fato, il caso, l'Onnipotente, come dir si voglia, ci ha strappato a tutti noi così presto...
Ma io, e credo tutti gli amici sopra citati ed altri ancora, non Ti abbiamo dimenticato!                                            
EMILIO VITTOZZI
IVANO BORDON “IN PRESA ALTA” a cura di Jacopo Dalla Palma

Lo dico subito: molto spesso libri di questo tema sono scritti in maniera approssimativa, saltellante, privi di filo-conduttore.
Questo di Jacopo Dalla Palma su Ivano Bordon, invece, si legge veramente con piacere, con semplicità, senza difficoltà di nessun genere.
E’ la storia di questo veneziano nato il 13 aprile 1951, alto 1.83, di 78 kg., che dal 1969 al 1983 ha militato nell’Inter Football Club di Milano, collezionando alla fine 382 presenze, 2 scudetti (1970/71 – 1979/80), 2 Coppe Italia (1977/78 – 1981/82), un Torneo di Viareggio (1971) e una montagna di ricordi.
A difendere la porta della squadra nerazzurra milanese ci sono stati Walter Zenga, Francesco Toldo, Lorenzo Buffon, Julio Cesar, Giorgio Ghezzi, Gianluca Pagliuca, Giuliano Sarti, Lido Vieri, Samir Handanovic ed, appunto, anche Ivano Bordon…
Portiere freddo ed affidabile, dotato di un ottimo senso della posizione: i suoi riflessi gli valsero il soprannome di “Pallottola”, coniato da Sandro Mazzola.
Campione del Mondo nel 1982 come vice di Zoff (in totale 22 presenze azzurre), ritiratosi nel 1989, nel libro racconta di come, nel 1966, passò dalla Juventina Marghera all’Inter per centomila lire. L’8 novembre 1970 esordì in Serie A in un Milan-Inter 3-0 ma divenne famosissimo per aver parato tutto negli Ottavi di finale di Coppa dei Campioni 1971/72 contro il Borussia Monchengladbach!
Ovviamente nel libro c’è anche la storia di quando militò nella Sampdoria, nel Brescia, nella Sanremese, di quando era preparatore dei portieri alla Solbiatese, all’Udinese, alla Juventus, all’Inter (1999/2001), alla Nazionale, dei premi vinti. Ma, anche per il lungo periodo durato ben 14 anni, il libro ha ben 6 capitoli su 10 di Ivano Bordon in… nerazzurro.
Notizie, ricordi, sensazioni, emozioni, sentimenti vissuti nella Grande Famiglia Nerazzurra con persone come Lido Vieri, Giacinto Facchetti, Renato Cipollini, Gabriele Oriali, Eugenio Bersellini, Rino Marchesi, Ivanoe Fraizzoli…
Fedele al motto “un portiere non si arrende mai”, Bordon anche in questo libro dimostra di essere stato un Campione mai fuori posto e che, grazie ai Valori trasmessi dai suoi genitori (papà Danilo e mamma Gemma), ha saputo affermarsi nel dorato Mondo del Calcio imparando anche dalle sue sconfitte.
Un bel libro, da leggere con piacere, che consiglio a tutti.                                             
EMILIO VITTOZZI
Napoli - INTER di Coppa Italia post-pandemia Corona-virus...

“Sembran traversie eppure sono opportunità” affermava Giambattista Vico, che invitava a capovolgere un evento negativo in occasione propulsiva. Tanti “Soloni” hanno affermato che il Corona-virus è stata un’occasione per tornare a parlarsi in famiglia, condividere spazi, momenti solidali, riscoprire comuni passioni lasciate assopire come ascoltare la musica insieme, godersi programmi radiofonici, vedere insieme film, fiction o commedie.
Questo è stato il senso del cosiddetto “ibernamento”: farlo rendere, fare, impegnarsi, tenersi occupati, tenersi “svegli”, preoccuparsi degli altri, parlare, confrontarsi (via telefono, Facebook, Instagram, Messanger), meditare, rimettere in ordine pensieri, armadi, biblioteche, discoteche, scarpiere (per poi mettere il nostro “superfluo” in bustoni di plastica per chi lo considera “essenziale”!).
Si, va bene, ma agli amanti dello Sport, del Calcio, è mancata l’attesa frenetica dell’evento, il pre-match, lo scommettere sul risultato finale.
E’ mancato anche vederlo con amici che tifano come te, abbracciarsi se la tua squadra del cuore ha segnato, disperarsi se la tua squadra del cuore ha subito un gol dagli avversari…
E’ mancato l’arrivo dinnanzi alla tele, con birre, coca, vino, pizze, frittini, dolci…
E’ mancato il coro prima dell’inizio, insieme, tutti insieme, al di là e al di sopra di categorie professionali, di ideali politici, di fedi religiose…
E’ mancata la bolletta da giocare dopo frenetici consulti tecnici…
Ma tutto sembra tornato…
Anche se non ri-torneremo ad abbracciarci, a ridere, a bestemmiare, a maledire la nostra amata squadra, che ci unisce da sempre, che sempre ci unirà perché tre, e solo tre, sono le cose che non si possono mai cambiare: la mamma, i figli e la squadra del cuore (a meno che tu non sia quel “venduto-leccaculo” di Emilio Fede, prima direttore di “Hurrà Juventus” e poi “servo sciocco di Berlusconi-Presidente del Milan”…)!
…E così siamo giunti a Napoli-Inter di Coppa Italia.
All’andata hanno vinto gli azzurri per 1 a 0.
Bisogna rimontare… Ma ce la faremo?
Soprattutto in questo periodo – fase 3 – partite senza pubblico presente negli stadi?
Diciamo la verità: siamo tifosi, sinceramente tifosi, profondamente tifosi dell’Inter ma siamo Uomini di questo tempo tormentato dal Corona-virus…
Abbiamo ancora in mente la fila dei camion militari che portavano bare ai camposanti di Milano e zone limitrofe.
Abbiamo ancora in mente i tanti, tantissimi morti per il Covid 19 seppelliti senza neanche il saluto dei familiari, parenti ed amici, né la benedizione del prete.
Abbiamo ancora in mente i tanti suicidatisi per essere stati messi in cassa integrazione, aver perso qualcuno, aver perso il lavoro.
Abbiamo ancora in mente i silenzi delle città irreali, spettrali, inusuali.
Abbiamo ancora in mente lo sbigottimento, la perplessità, la paura dei primi giorni di pandemia.
Ma “the show must go on” han decretato i massimi vertici calcistici, su pressione degli interessi economici…
E mi viene in mente Juventus-Liverpool del 29 maggio 1985 dove si giocò nonostante i 39 morti a bordo campo (con i festeggiamenti della squadra bianconera a fine gara!)…
E mi viene in mente Francesca Gattuso, sorella dell’allenatore del Napoli, morta in questi giorni a 37 anni per un diabete aggressivo…
E mi viene in mente Mister Gigi Simoni, signorile allenatore dell’Inter vincitrice della Coppa UEFA nel 1998 a Parigi contro la lazio, morto in questi giorni…
E mi viene in mente Lello Abilitato e l’Inter Club Torre del Greco che avrebbero dovuto festeggiare il quarantesimo dalla fondazione, festa rinviata a data da destinarsi…
E mi viene in mente Alessandro Civale e l’Inter Club Portici “22 Maggio” che avrebbero dovuto festeggiare il decennale dalla fondazione, festa rinviata a data da destinarsi…
E mi viene in mente una poesia che recita Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso…                                               
EMILIO VITTOZZI
RICORDI NERAZZURRI…

Io la ricordo l’Inter 1970/1971…
Non avevo ancora conosciuto Adriana de Leva, Lello Capuano, Ciro Nicastro, Roberto Aprea e, quindi, non avevo ancora fondato l’Inter Club Napoli “dal Vesuvio con Amore”, ma, essendo nato nel 1958, io l’Inter Vincitrice dello Scudetto 1970/1971 la ricordo, eppure bene!
In quel campionato giocavano Campioni come Giacomo Bulgarelli, Giuseppe Savoldi (nel Bologna di Edmondo Fabbri), Enrico Albertosi, Pier Luigi Cera, Angelo Domenghini, Gigi Riva (nel Cagliari di Manlio Scopigno), Giancarlo de Sisti (nella Fiorentina di Bruno Pesaola), Pietro Anastasi, Fabio Capello, Franco Causio, Roberto Bettega (nella Juve di Armando Picchi), Roberto Rosato, Gianni Rivera, Pierino Prati (nel Milan di Nereo Rocco), Giovanni Lodetti, Luisito Suarez (nella Sampdoria di Matteo Poggi).
La Beneamata iniziò toccando il fondo per poi risalire fino al tricolore, di nuovo in esaltante rimonta sui “cugini” del Milan. In crisi, la squadra nerazzurra passò da Heriberto “HH2” Herrera a Giovanni “Robiolina” Invernizzi: in rimonta irresistibile, è Campione d’Italia con due turni di anticipo!
Capocannoniere assoluto Roberto “Bobo” Boninsegna con 24 reti (8 rigori), dinnanzi al milanista Prati (19), al bolognese Savoldi (15), allo juventino Bettega (13).
Protagonista assoluto Mariolino Corso: i suoi assist furono manna per le punte, in special modo “Bonimba” (Jair e Mazzola arrivarono a 6 reti).
Vieri, Bellugi, Facchetti, Bedin, Giubertoni, Burgnich, Jair, Bertini, Boninsegna, Mazzola, Corso + Frustalupi, Fabbian, Bordon, Cella, Pellizzaro, Achilli, Oriali, Reif, Righetti, Landini: questa era la rosa di quel campionato, conquistato il 2 maggio 1971 con un rotondo 5 a 0 ai danni del Foggia.
Delle 24 reti del nostro centravanti, ne scelgo 2: quella con il Napoli quando, superando la scarpa dello stopper Dino Panzanato, colpì di testa in maniera fatale, e quella con il Foggia con una spettacolare rovesciata. Ah, “Bonimba”, quanto ti ho amato, pur se sono sempre stato fedelmente “Mazzoliano”!                                                   
EMILIO VITTOZZI
AGOSTO 2020: QUATTRO AMICI AL BAR…

Il 22 o il 29 marzo scorso si doveva tenere a Salerno la Prima Riunione Regionale dell’Anno Sociale 2019/2020 indetta dalla Coordinatrice Adriana de Leva.
Riunione slittata a data da destinarsi causa Corona-virus (Covid 19).
Il Presidente dell’Inter Club Salerno “Marcello Parisi”, Gianfranco Florio, ci era rimasto male, malissimo, per l’ostacolo (che, comunque, era di gravità planetaria!).
Cosicchè in un pomeriggio di Agosto aveva prenotato dei tavolini al “Bar Canasta”, sul Lungomare Trieste, proprio vicino a Piazza della Concordia: aveva invitato lì, per un caffè, una bibita, un dolce, la cosiddetta “Vecchia Guardia Nerazzurra Campana”, al di là e al di sopra di cariche dirigenziali.
Da Napoli sarebbero venuti la già citata Adriana de Leva, Lello Capuano, Nunzio Paone e Maurizio Celentano, in rappresentanza del sodalizio nerazzurro napoletano e del raggruppamento regionale.
Quattro di loro, della serie i “Magnifici Quattro”…
Dall’alta Irpinia sarebbe arrivato Pasquale Morra, Webmaster di www.clubcampani.it dal lontano 9 marzo 2001!
Non sarebbero mancati né Lello Abilitato (il suo Inter Club Torre del Greco il 20 marzo 2020 ha compiuto 40 anni!), né Salvatore De Simone (il suo Inter Club Torre Annunziata fu fondato il 2 settembre 1980!), né Sisto di Caprio (da Piedimonte Matese), né Alfredo de Girolamo (da Solofra), né Francesco Luciano (da Benevento), né Mariano Visone (da Ottaviano), né Enzo Vecchiarini (da Vairano Patenora).
Che bella gente!
Ma Gianfranco aveva invitato anche degli Ospiti, per così dire, “speciali”: Ernesto Odierna (Medico del 118 a Sarno, valentissimo Chansonniere!), Marcello Magliano (presentatosi con prodotti della “Gelateria Conoblù” di Cava dei Tirreni – vaschette di gelato a liquirizia (di color nero) e al gusto “Puffo” (di color azzurro) – per un cono Nero&Azzurro!).
Ed ancora, due amici colpiti direttamente dal Corona-virus ma ora totalmente guariti: Giovanni Alterio e Tonino Lombardi da Napoli.
Ma Gianfranco aveva fatto le cose in grande: aveva invitato anche Silvio Coppola, animatore musicale di varie feste organizzate dall’Inter Club Salerno “Marcello Parisi”. A parte per l’affetto e la stima ma anche perché Silvio avrebbe annunciato l’uscita del suo primo libro, di lì a poco, ovviamente “presentato” anche a Salerno da Emilio Vittozzi…
L’Incontro inizia con i saluti, gomito contro gomito, piede contro piede, pancia contro pancia (per i più grassocci…).
Eravamo quattro amici al bar, ad Agosto 2020, a Salerno.
Ciascuno al suo posto, almeno  a un metro di distanza uno dall’altro e con il viso semicoperto da mascherine di ogni foggia. Prima dell’arrivo della cameriera, anch’essa mascherata ma con grandi forme non nascoste, Adriana prende da una sacca mascherine nerazzurre, facendone dono a tutti, per la gioia di questi anzianotti divenuti, così, dei bimbi felicissimi…
Marcello chiede spazio sui tavolini ed inizia a realizzare coni nerazzurri per tutti, personale del bar incluso…
Si scopre, così, che sia il nero della liquirizia che l’azzurro dell’altro gusto rimangono a lungo sulla lingua, a mò di momentaneo tatuaggio…
Silvio inizia a cantare “Io sono ancora qua” dell’Interista Vasco Rossi; tutti gli fanno da coro…
E poi “Vivere” di Enzo Jannacci (un Milanista “intelligente”, raro esempio di una tifoseria “asservita” al Padron Berlusconi!), “Ma il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano (tifoso della Lazio), ”L’anno che verrà” di Lucio Dalla (supporter del Bologna)…
Si canta, tutti insieme, anche se qualcuno è proprio stonato e qualcun altro non conosce le parole...
Pasquale scatta foto a ripetizione per il sito che cura con tanta passione, cosa che fa anche Giovanni Gargiulo (Inter Club “Penisola Sorrentina”).
Se non fosse per il distintivo dell’Inter all’occhiello della giacca dell’inappuntabile Lello, nessuno capirebbe che è un Incontro fra Amici Nerazzurri.
No, non è il “Roxy Bar” cantato da Vasco e nessuno ha preso un whisky: è un Incontro il cui tema è “Non mollare mai!”.
Perché tutti i presenti non hanno mai mollato…
Eppure hanno vissuto momenti difficili, personali e di gruppo.
Ma non è stato fatto un solo passo all’indietro.
Viva la Campania Nerazzurra!

EMILIO VITTOZZI
NATALE 2019 - CAPODANNO 2020

Non è assolutamente difficile dire “Auguri!”.
E’ problematico amarsi in questo “periodo medioevale”.
Un inquietante disordine sociale dispensa incertezze e il dilagante qualunquismo la fa da padrone.
Muri di cemento armato sono caduti come quello di Berlino, ponti d’acciaio si sono costruiti (anche se molti sono in condizioni fatiscenti!): abbiamo dimenticato, però, di saldare l’Uguaglianza…
E, perché no?, l’Amicizia, la Socialità, la Solidarietà…
In questo bailamme porgo gli Auguri di buon Natale e felice anno nuovo ai lettori di www.interclubcasoria.it
con un pensiero speciale alle vedove di Mauro Icardi e ai vedovi di Wanda Nara, a chi soffre del complesso di inferiorità verso i rubentini, a chi commenta sempre con un “si, ma però…”.
Un saluto particolare alla cara Stefania, a Michele, ad Angelo, a Gaetano, a Nunzio, a Giovanni, a Gennaro e a Salvatore


EMILIO VITTOZZI
LETTERA APERTA A SEBASTIANO ESPOSITO

Caro Sebastiano,
fra le tantissime immagini che si sono accavallate nella giornata di sabato 21 dicembre, per me, inguaribile vecchio, romantico, Interista, l'abbraccio con tua madre è quella, in assoluto, la più bella di tutte!
In quell'abbraccio, e l'afferma un padre e nonno, c'è tutto l'amore materno, l'amore filiale; in poche e scarne parole, l'Amore fra madre e figlio...
Poi, quel pugno chiuso in segno di esultanza, il massimo...
Credo che si possa affermare che il regalo babbo Natale te l'abbia portato in anticipo di un paio di giorni sulla data fatidica del 25 dicembre; nelle sembianze di Romulu "Muflone" Lukaku che ti ha lasciato battere il rigore per la Beneamata, facendoti segnare il tuo primo gol in Serie A...
Pensa che molti tuoi coetanei, al massimo, giocano in Primavera e tu, invece, adesso stai facendo parlare l'Italia intera, a cominciare, ovviamente, da quella più bella, più genuina, più vivace, più solidale che è la Nerazzurra!Mamma Flavia ti ha fatto bello, sano ed Interista: rimani così, sempre, e pensa al grande "dono" che ti è stato concesso: giocare in una squadra mai retrocessa in Serie B (e neanche in C...), per cui hanno giocato Campioni di ogni nazionalità come Rummenigge, Altobelli, Boninsegna, Ramon Diaz, Klinsmann, Et'ò, Milito, Jair, Serena, per citare solo alcuni attaccanti, come lo sei tu...
Sappi che ogni sede di Inter Club in Campania sarebbe ben aperta per te, per un abbraccio, una pacca sulla spalla, un incitamento, una foto-ricordo,  il tutto accompagnato da una fetta di torta e un bicchiere di spumante.
Auguri, uagliò, di vero Cuore: buona fortuna a te e all'Inter!
EMILIO VITTOZZI
NOI CHE...

NOI CHE le magliette andavano dall'1 all'11...
NOI CHE riconoscevamo i calciatori anche se sulla maglietta non c'era scritto il nome...
NOI CHE il numero 1 era il portiere, il numero 2 e il numero 3 i terzini destro e sinistro, il numero 4 il mediano di spinta, il numero 5 lo stopper, il numero 6 il libero, il numero 7 l'ala destra, il numero 8 la mezzala destra, il numero 9 il centravanti, il numero 11 l'ala sinistra, il numero 10 la mezzala sinistra, con la fascia da capitano, perchè il più bravo...
NOI CHE il capitano era il simbolo della squadra: Sandro Mazzola per l'Inter, Gianni Rivera per il Milan, Giacomo Bulgarelli per il Bologna, Antonio Iuliano per il Napoli, Giancarlo Antognoni per la Fiorentina...
NOI CHE la domenica era solo una lunga attesa di "90° minuto" con Paolo Valenti e Maurizio Barendson, Vasino da Milano, Castellotti da Torino, Bubba da Genova, Giannini da Firenze, Pasini da Bologna, Necco da Napoli, Strippoli da Bari, Tonino Carino da Ascoli...
NOI CHE la domenica pomeriggio, schedine in mano, ci ritrovavamo al club per ascoltare alla radio "Tutto il calcio minuto per minuto"...
NOI CHE quando giocavamo la schedina dovevamo copiarla tre volte...
NOI CHE non ci riusciva di imparare le tabelline ma sapevamo a memoria Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez e Corso...
NOI CHE il calcio era solo un sogno lontano, fatto di poesia e sentimento...
NOI CHE "una vita da mediano" era già una filosofia di vita...
NOI CHE il pallone di cuoio sapevamo come era fatto perchè lo vedevamo in tv esclusivamente ad esagoni bianchi  e neri...
NOI CHE il Calcio in tv lo guardavamo solo la domenica e il mercoledì...
NOI CHE quando ti piaceva qualcuna la cercavi sotto casa, mica su Facebook...
NOI CHE navigavamo con la fantasia, altro che Internet...
NOI CHE agli appuntamenti c'eravamo sempre tutti, anche senza telefonini...
NOI CHE volevamo andare sull'isola di Wight e non sull'isola "dei famosi"...
NOI CHE avevamo un fratello grande e non il "grande fratello"...
NOI CHE amavamo Jair senza sottolineare il colore scuro della pelle come i tifosi napoletani amavano Canè...
NOI CHE amiamo la maglia nerazzurra a strisce verticali o, al limite, quella bianca con la striscia nerazzurra obliqua...
NOI CHE amiamo l'Inter come il primo giorno in cui ci siamo innamorati di lei!

EMILIO VITTOZZI
EL CUCHU

Pur essendo un “Mazzoliano di ferro”, ho sempre amato i “giocatori di fatica”: Bedin, Bertini, Marini, Oriali, Beppe Baresi e, soprattutto, sopra tutti, Esteban Matias Cambiasso, detto il Cuchu, nome che si ispira a Cuchuflito, personaggio di un cartone animato popolare in Argentina negli anni Ottanta.
Ad onor del vero, non potevo non stimare, per lo stesso motivo, giocatori come Gattuso, Furino, Bagni…
Nell’estate del 2004 Cambiasso è passato, a parametro zero!, all’Inter e, in brevissimo tempo, si è ritagliato un ruolo fondamentale all’interno della squadra, ripagando la Beneamata della fiducia in lui riposta: non a caso il presidente Massimo Moratti ha definito l’acquisto dell’argentino di Buenos Aires il migliore affare della sua gestione! Non a caso Esteban ha collezionato 430 presenze con la casacca nerazzurra con 51 gol (non male per un centrocampista!).
Nella magnifica annata 2009-2010 Cambiasso è stato uno dei grandi protagonisti del triplete nerazzurro, non solo per il gol segnato contro il Chelsea ma anche per le splendide prestazioni fornite nella duplice sfida europea della semifinale contro il Barcellona di Messi: sia all’andata che al ritorno, Esteban si è rivelato fondamentale per gli equilibri della Beneamata, svolgendo in modo impeccabile la funzione di filtro davanti alla difesa!
Affermatosi come un giocatore fondamentale del centrocampo dell’Inter, capace, con il suo senso della posizione e l’intelligenza tattica, di modificare la fisionomia di una gara, Esteban Cambiasso è, per me, uno dei più grandi calciatori che abbiano mai indossato la maglia nerazzurra!
Ecco perché sulla mia scrivania di casa ho due statuine di Esteban, dinnanzi ad una bottiglia di "Birra Moretti – edizione limitata – Baffo d’oro – Sandro Mazzola" e ad un gagliardetto donatomi dalla Coordinatrice Adriana de Leva in occasione dei miei 53 anni…

EMILIO VITTOZZI
QUALCUNO ERA INTERISTA…

Non penso ci sia bisogno di “presentazioni” per introdurre Giorgio Gaber.
Tutti conoscono il pezzo “Qualcuno era Comunista”: si è cercato di riadattarlo sostituendo la parola “Interista” a “Comunista”.
Per qualcuno potrà sembrare un atto di lesa maestà verso uno dei più importanti intellettuali italiani, che, comunque, ha inciso canzoni come “Il Riccardo”, “Barbera e champagne” e “La presa del potere” che parlano, in qualche modo, dell’argomento “Calcio”.
Senza dimenticare che Gaber era tifoso dell’Inter, anche se in modo un po’ particolare…

QUALCUNO ERA INTERISTA perché era nato a Milano…
QUALCUNO ERA INTERISTA pur non essendo nato a Milano…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché il padre tifava Juve e il fratello Milan…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché vedeva lo scudetto come una promessa, la Champions League come una poesia, l’Interismo come il  paradiso terrestre…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché Facchetti era una brava persona…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché Moggi non era una brava persona…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché era talmente masochista che non poteva farne a meno…
QUALCUNO ERA INTERISTA per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché Ligabue, Vecchioni, Ruggeri, Fiorello, Pezzali, Celentano, Vasco Rossi, Antonacci, Mina, Bonolis, Mentana, Severgnini, Salvatores , Gioele Dix, Pucci, Aldo-Giovanni-Giacomo…
QUALCUNO ERA INTERISTA  perché Sarti, Burgnich, Facchetti…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché voleva vincere tutto…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché la Juventus non ha mai vinto una Coppa dei Campioni esaltante come quella di INTER-Real Madrid 3 a 1…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché c’era la grande Inter…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché chi era “contro” era Interista…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché ancora oggi è l’unica squadra italiana ad aver vinto tutto nella stessa annata calcistica…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché non sopportava quella “cosa sporca” che ci ostiniamo a chiamare Juventus…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché sognava una vittoria diversa da quella degli altri…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché sentiva la necessità di una morale diversa…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché non si ruba il campionato e in serie B non è mai stato…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché il nero è il colore della notte e il blu è quello del cielo…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché Sandro Mazzola, Giacinto Facchetti, Mariolino Corso rimarranno icone incancellabili dalla memoria…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché aveva visto quel gol di Nicolino Berti…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché aveva visto giocare Evaristo Beccalossi…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché aveva visto il monologo di Paolo Rossi su Evaristo Beccalossi…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché non è mica un “pirla”…
QUALCUNO ERA INTERISTA pur essendo stato a Roma il 5 maggio…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché ha pianto per Giacinto…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché la parola “perdente” non è un insulto mentre la frase “tifoso della squadra di Berlusconi” qualche problema di coscienza lo crea…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché, se si è di sinistra, l’Internazionale non può che suonare bene…
QUALCUNO ERA INTERISTA perché, ci farà pure incazzare, soffrire, maledire, ma non hanno ancora inventato qualcosa di più insano da amare…
QUALCUNO ERA INTERISTA come me, come te, come noi che siamo altro, che siamo oltre…

EMILIO VITTOZZI
INTER CLUB CASORIA
"RAFFAELE CRISTIANO"
Via Ferdinando Russo, 2ª Trav., N° 9 Casoria (NA)
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